Appunti su Spinoza
Contesto storico-culturale: rivoluzione scientifica, guerra dei trent’anni, guerre di religione, riforma e controriforma;
Contesto geografico: Francia, Olanda, Spagna, Italia e Inghilterra
Temi: rapporto tra anima e corpo; le posizioni rispetto all’esistenza di Dio e il suo ruolo rispetto agli avvenimenti del mondo; Spinoza in questo contesto afferma che l’uomo nasce da un peccato originale, ma si può salvare controllando le passioni (es. i sette vizi capitali). La sua massima era “si non caste, tamen caute” (se non castamente, almeno con prudenza)
Differenze tra i diversi filosofi sul rapporto anima-corpo
Cartesio ha dato una risposta organicistica, indicando una parte del corpo umano in cui secondo lui anima e corpo si incontrano in quella che al tempo veniva chiamata ghiandola pineale, che oggi chiamiamo epifisi (ha la funzione di controllare il funzionamento delle altre ghiandole del nostro corpo). Cartesio sosteneva che in questa ghiandola convergesse l’unione tra spirito e corpo. E’ una visione datata, in quando nessuno scienziato moderno individuerebbe una parte del corpo che possa contenere una parte immateriale.
Leibniz dice che l’universo è costituito da monadi, delle sostanze immateriali che si sono liberate da quell’energia passiva chiamata materia.
Spinoza, invece, lo risolve in una maniera molto più coraggiosa, rispetto a Cartesio e Leibniz, ed anche in modo molto più compromettente per lui in quanto era un credente frequentante la sinagoga. Egli infatti sostiene la teoria di un dio immanente, cioè di un dio che è presente nella materia. Questa visione si contrappone a quella trascendente, che vede Dio fuori dal mondo.
Cosa emerge da queste teorie?
All’interno del principio dell’immanenza non c’è un luogo dove non ci sia Dio, quindi qualunque cosa noi siamo e facciamo è coinvolto Dio, pertanto noi siamo enti portatori di divinità.
La teoria spinoziana dell’agire umano si interroga sul perché della conoscenza umana. Egli ritiene che, attraverso la conoscenza, apprendiamo che Dio è dentro di noi e quindi questo richiamo ci porta ad agire di conseguenza; poiché Dio è bene, anche noi dobbiamo agire nel bene, e dobbiamo conoscere per agire nel bene. Se non conoscessimo vivremmo nel male dell’ignoranza. L’uso pratico che l’uomo fa della conoscenza è per seguire il bene, “conoscere per comprendere”.
L’uomo è portato a compiere azioni che non sono buone (ad esempio Caino ha ucciso il fratello Abele, e con questo omicidio lui ha peccato contro Dio). Questa propensione a compiere il male è guidata dalle passioni (Dante dice che le passioni sono come un vortice, un vento che soffia. Per dante la lussuria è una passione che sposta l’uomo dalla giusta traiettoria). L’uomo attratto dalla passione può compiere delle azioni errate, che sono il frutto di una ricerca (errare = ricercare spostandosi fuori dalla strada segnata da Dio). L’uomo nasce dall’errore. Spinoza dice che l’uomo, per potersi guadagnare la salvezza, deve anche saper controllare le proprie passioni, ed essendo un filosofo ebreo, riconosce le origini dell’errore in Adamo ed Eva, destinati a vivere in un eden (paradiso terrestre), ossia a vivere nella felicità eterna, purché non avessero desiderato andare oltre i confini imposti da Dio. Egli ha creato il tempo, il quale è finito (inizio-fine, passato-presente-futuro). Nell’eterno non c’è né inizio né fine.
Etica more geometrico demonstrata
Il vivere nel mondo per il bene comune secondo i principi della ragione geometrica; il trattato etico di Spinoza espone i fondamenti dell’agire per il bene comune sulla base degli stessi principi della geometria euclidea. Anche l’etica, così come la geometria classica, si fonda su assiomi, dimostrazioni, scoli.